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26/01/2004
Bollo messo in mora dal federalismo fiscale Auto - Diverse su più fronti le regole
Lo sapete che, se risiedete in provincia di Trento, dovete arrotondare l'importo del bollo auto all'euro mentre nel resto d'Italia si fa al centesimo? E lo avreste mai immaginato che, se vi rubano l'auto col bollo scaduto da meno di un mese dovete pagare per un anno intero, salvo che abbiate casa in Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana o Puglia e registriate la denuncia dell'accaduto al Pra? Idem in Piemonte, dove sono ancora più benevoli: non richiedono nemmeno la registrazione al Pra.
Abbiamo fatto solo due esempi del federalismo fiscale applicato al bollo auto.
Un fenomeno rimasto sotto traccia dal '98 ed esploso dal 1° gennaio scorso, con l'entrata in vigore di leggi regionali in vaste aree del Paese. Di fronte all'alluvione di nuove regole sparpagliate sul territorio (a pagina 34 abbiamo cercato di riassumerle), la domanda sorge spontanea: non sarebbe stato meglio lasciare alle Regioni la facoltà di agire solo sulle tariffe, lasciando invariato o riformando tutte insieme il resto? La risposta è no.
Il federalismo fiscale c'entra, ma nasconde un'altra causa non da poco: la quasi cinquantennale lotta di potere tra il Dtt (Dipartimento trasporti terrestri, la ex Motorizzazione del ministero dei Trasporti) e il Pra (Pubblico registro automobilistico, gestito dall'Aci).
Una lotta che è diventata di sopravvivenza negli ultimi 15-20 anni, quando è parso chiaro che questi due enti erano per molti versi un doppione l'uno dell'altro: hanno entrambi un archivio con i dati di veicoli e proprietari.
Spesso, a causa di leggi fatte anche per non scontentare né il Dtt né il Pra, le risultanze dei due archivi non collimano. Risultato: le Regioni, per avere un elenco credibile di chi deve pagare, devono scegliere a quale degli archivi attingere.
Una buona parte di loro ha preferito il Pra, qualcun'altra si è schierata col Dtt.
Sono state anche queste scelte di campo a rendere poco fruttuose le riunioni che dal '98 si svolgono settimanalmente a Roma tra assessori e tecnici di tutte le Regioni e l'ex ministero delle Finanze.
In queste riunioni, al di là di tanti passaggi tecnici, si è sostanzialmente cercato di arrivare a una riforma unitaria delle leggi nazionali sul bollo, ormai obsolete e sempre meno coordinate con l'evoluzione di quelle sulla burocrazia dell'auto (per esempio, quelle sui passaggi di proprietà).
I contrasti tra Stato e Regioni sul federalismo fiscale hanno fatto il resto.
Lo scorso aprile sembrava arrivare un accordo, poi saltato.
A quel punto, ogni Regione si è sentita libera di fare le proprie leggi.
E il 1° gennaio quelle leggi sono entrate in vigore.
MAURIZIO CAPRINO
Estratto da:
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