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01/04/2003
Scontro sugli eco-incentivi
Anche Matteoli d'accordo sugli aiuti ma il Tesoro resta contrario
ROMA - Braccio di ferro nel Governo sugli ecoincentivi all'auto. Il ministro Antonio Marzano è favorevole a una proroga del provvedimento, in vigore fino a ieri. E spera in una approvazione «a un prossimo Consiglio dei ministri», magari già da quello fissato venerdì. Insieme con Marzano, anche il ministro dell'Ambiente, Altero Matteoli: «Il Governo sta lavorando alla proroga», ha detto, facendo intendere che il provvedimento sia in arrivo. Matteoli sarebbe favorevole a un prosieguo anche oltre i tre mesi per rendere meno inquinante il parco auto. «Bisogna però fare i conti con i cordoni della borsa di Tremonti, anche se gli introiti dell'Iva possono compensare gli sgravi», dice il ministro. Giulio Tremonti per ora non parla. Ma da via Venti Settembre da qualche giorno filtrano informazioni di tutt'altro tono: gli ecoincentivi all'auto sono nati come misura temporanea e hanno già ottenuto una proroga (come prevedeva l'accordo a dicembre sulla vertenza Fiat). Continuare vorrebbe dire ridurne l'impatto sul mercato. Inoltre, ci sono altri settori a soffrire della caduta dei consumi e visto che l'auto ha già avuto aiuti, potrebbe essere opportuno cambiare campo. Insomma, Tremonti non è favorevole, anche se negli uffici di via Venti Settembre c'è chi sta facendo qualche calcolo sull'impatto economico (per la proroga di tre mesi decisa all'inizio dell'anno il decreto ha stanziato 31,9 milioni di euro per il 2003 e 12,2 milioni di euro per ciascuno degli anni 2004 e 2005). La partita, quindi, è aperta e da Palazzo Chigi non arrivano dichiarazioni ufficiali che possano spostare il pendolo da una parte. L'Antitrust non pone ostacoli preventivi: «Ci sono aiuti compatibili con le regole della concorrenza», ha detto Giuseppe Tesauro. «Deciderà il Consiglio dei ministri collegialmente», ha aggiunto l'altro ieri il ministro dell'Agricoltura, Gianni Alemanno, schierandosi però tra chi chiede un intervento allargato a più settori per sostenere i consumi. Il presidente della Confcommercio, Sergio Billè, ha sollecitato più volte il Governo. E per Palazzo Chigi la situazione difficile dell'economia rischia di riflettersi pesantemente sui conti. «La fase di incertezza non ci consente di fare previsioni. Quelle di fine anno potrebbero anche restare valide», ha detto ieri Marzano, sottolineando che ci sono fattori di incertezza che non dipendono dai singoli Governi. Difficile fare previsioni anche per il direttore generale della Confindustria, Stefano Parisi: «La guerra non incide sulla competitività a meno che non duri più di sei mesi». Se non dovesse durare molto, secondo Parisi, potrebbe essere possibile «una ripresa anche più forte del previsto». N.P.
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