ROMA - Si chiameranno Utg (uffici territoriali del Governo) e manderanno in pensione le vecchie prefetture così come gli uffici provinciali del Lavoro, della Sanità, dei Trasporti, delle Comunicazioni e dei Lavori pubblici. Si trasformeranno in una sorta di sportelli unici disseminati in ogni Provincia, dove si potranno espletare pratiche relative al collocamento, alla patente, al cambio di proprietà dell’auto, alla tessera sanitaria a tante altre materie.

È stato il Consiglio dei ministri di ieri a tenere a battesimo la nuova struttura che nascerà sulla base di un regolamento messo a punto dal ministro della Funzione pubblica, Franco Bassanini, per riorganizzare la macchina dello Stato sul territorio sull’esempio del modello francese. Ma la figura del prefetto quale rappresentante del Governo nella Provincia non scomparirà. Anzi, insieme alla Conferenza permanente delle amministrazioni periferiche dello Stato, sarà, ha assicurato Bassanini, il motore delle attività di innovazione e sburocratizzazione sul territorio.

Con l’approvazione del regolamento sulle Utg, ha osservato il ministro Bassanini, «un altro tassello della riforma dell’amministrazione trova attuazione; gli Utg sostituiranno le prefetture e i residui uffici periferici del Lavoro, della Sanità, dei Trasporti e della motorizzazione, delle comunicazioni e dei Lavori pubblici riaggregandoli in un’unica struttura periferica». In questo modo, ha spiegato Bassanini, «si semplificherà la struttura dell’amministrazione dello Stato, si realizzano consistenti sinergie e risparmi di costi e spese, si potenzia il coordinamento delle amministrazioni statali del territorio, si identifica nel prefetto e nella conferenza permanente delle amministrazioni periferiche dello Stato il motore delle attività di innovazione e riorganizzazione della macchina pubblica».

I nuovi uffici territoriali del Governo, pur facendo parte dell’organizzazione periferica del ministero dell’Interno, saranno strumenti dell’intera politica del Governo e daranno attuazione alle direttive del presidente del Consiglio e dei ministri di volta in volta competenti.

Sempre nel quadro della semplificazione legislativa, il ministro Bassanini ha fatto approvare ieri dal Consiglio dei ministri un regolamento che di fatto abroga il procedimento per la concessione dei contributi per la promozione degli investimenti esteri in Italia (di cui all’articolo 1 del decreto legge 25 marzo ’93 n. 78, convertito dalla legge 20 maggio ’93 n. 156). L’articolo 1 di quel Dl autorizzava la spesa di 30 miliardi di lire per la realizzazione di un programma volto a promuovere investimenti esteri nel nostro Paese. Ma tale stanziamento è stato rapidamente utilizzato e non è stato più reintegrato. Di qui la mancanza di operatività della procedura che ha portato all’abrogazione della norma, anche per assicurare una maggiore chiarezza nei confronti delle società straniere interessate a interventi agevolativi per insediare attività in Italia.