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  • Pubblicata in data 29/10/2001 Quella strana moda dell'autocarro - Trasporti - I vantaggi fiscali possono indurre chi lavora in proprio a una diversa immatricolazione della vettura

    Quella strana moda dell'autocarro
     

    Lunedì 29 ottobre 2001
    Quella strana moda dell'autocarro
    Trasporti - I vantaggi fiscali possono indurre chi lavora in proprio a una diversa immatricolazione della vettura


    Da circa un anno, molti imprenditori, professionisti e artigiani viaggiano in autocarro. Non in quanto si spostano su furgoni e camion, ma perché usano normali auto station wagon, monovolume o fuoristrada immatricolate, però, come autocarri. Perché questa scelta, oggi resa peraltro più facile dalla nuova normativa sulla categoria dei veicoli (si veda il box a fianco)? Per motivi fiscali: ai fini dell'Iva e delle imposte sul reddito le autovetture si possono "scaricare" solo parzialmente, gli autocarri totalmente. Il vantaggio è netto: spendendo intorno ai mille per la trasformazione in autocarro (molto spesso questi veicoli sono commercializzati solo come autovetture) di un veicolo che ne costa 25mila, si possono ottenere risparmi fiscali di 10mila , considerando sia le spese d'acquisto sia quelle di utilizzo. Analogamente accade con gli autoveicoli uso ufficio, allestiti in genere con un tavolinetto davanti ai posti posteriori (la trasformazione però può costare anche 2.500 ). Ma chi circola con questi veicoli anche nel tempo libero infrange le leggi fiscali e talvolta anche il Codice della strada e rischia pesanti sanzioni. Vediamo nei dettagli. Vantaggi allettanti. Il trattamento fiscale delle autovetture utilizzate da imprese, artigiani e professionisti è piuttosto restrittivo per due motivi: il recupero di tutta l'Iva pagata sull'acquisto dei beni strumentali, sulle autovetture si riduce quasi sempre al 10% dell'imposta; la deduzione dal reddito imponibile di tutti i costi sostenuti per comprare e utilizzare le vetture si limita normalmente a 9.038 per le spese d'acquisto e al 50% di quelle di esercizio. Questi limiti non esistono per i veicoli classificati come autocarri o autoveicoli a uso ufficio i quali godono di recupero integrale dell'Iva e deduzione dei costi al 100 per cento. Gli autocarri offrono poi altri vantaggi, che valgono non solo per il "popolo della partita Iva", su bollo e Rca. Il bollo degli autocarri, infatti, non è commisurato alla potenza del motore (2,58 per ogni kW, come per le autovetture), ma alla portata del veicolo (un importo fisso per ciascuna fascia di massa trasportabile) ed è calcolato con parametri molto meno penalizzanti. Ad esempio, una delle vetture più economiche trasformabili in autocarro, la Fiat "Marea JTD 110", è gravata da un bollo di 209,16 , che scendono a circa 31 (l'importo esatto dipende dalla regione di residenza del proprietario) in caso di trasformazione in autocarro. Infine, i costi della polizza Rca: possono scendere anche del 20 per cento. I rischi fiscali. Fin qui i vantaggi. Spesso, però, si dimentica di sottolineare che, secondo le leggi italiane, gli autocarri e gli autoveicoli a uso ufficio non possono essere utilizzati come normali autovetture. L'usa improprio comporta pesanti sanzioni fiscali e amministrative. Dal punto di vista fiscale il trattamento "agevolato" spetta per i beni utilizzati esclusivamente per l'attività dell'impresa, dell'artigiano o del professionista, secondo il principio di "inerenza". Qualora la Guardia di finanza o gli uffici delle Entrate scoprano che il bene viene usato anche a scopi privati non inerenti all'attività lavorativa (ad esempio di domenica), i benefici fiscali si azzerano. E il contribuente dovrà: versare l'Iva indebitamente recuperata (articolo 19 Dpr 633/72); pagare la differenza tra le imposte calcolate sul reddito pieno e quelle versate in precedenza, che erano state calcolate sui guadagni depurati da tutti i costi di acquisto e uso del veicolo (articolo 75 Dpr 917/86); restituire eventuali incentivi fiscali accordati per investimenti in beni strumentali. Rischio Codice. Dal punto di vista amministrativo, ci sono vincoli imposti dal Codice della strada: l'articolo 54 classifica gli autocarri come «veicoli destinati al trasporto di cose e delle persone addette all'uso o al trasporto delle cose stesse». Ciò significa che un autocarro si può utilizzare solo per trasportare oggetti e nell'abitacolo non possono prendere posto persone che non hanno nulla a che fare con gli oggetti trasportati (nota n. M/2413-38 del '99 del ministero dell'Interno). Spesso è difficile capire se una persona è addetta al carico, ma ci sono situazioni in cui la violazione è evidente (per esempio, quando a bordo ci sono bambini o anziani) Il discorso è analogo per gli autoveicoli uso ufficio, su cui possono prendere posto solo le persone addette all'ufficio. In caso d'infrazione, si applica l'articolo 82 Codice che prevede: una multa di 65,60 e la sospensione della carta di circolazione per un mese (scatta immediatamente, per cui anche chi presenta un ricorso deve tenere fermo il veicolo fino alla decisione del prefetto o del giudice di pace). Il Codice non impone alcun vincolo né ai giorni in cui si può circolare né alla natura degli oggetti trasportati: gli autocarri sono quindi utilizzabili anche di domenica (salve le conseguenze fiscali di abbiamo scritto sopra) e vi si possono caricare anche attrezzature sportive o per il tempo libero. Il futuro è incerto. Presto i vantaggi dell'autocarro potrebbero svanire anche per legge. Le modifiche al Codice della strada approvate dal Parlamento, infatti, prevedono una riforma della classificazione dei veicoli, che dovrebbero eliminare le limitazioni imposte dall'articolo 54: sugli autocarri leggeri potrà prendere posto chiunque e dovrebbe far crescere le trasformazioni in autocarro, riducendo ulteriormente le entrate del Fisco. Il ministero dell'Economia potrebbe quindi studiare un giro di vite sul trattamento fiscale degli autocarri.

    Sergio Matteuzzi


    Estratto da: Apri in una nuova finestra il sito della fonte: Il Sole 24 Ore
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