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  • Pubblicata in data 28/09/2001 E sul mercato dell'auto sfuma il 35% degli ordini

    E sul mercato dell'auto sfuma il 35% degli ordini
     

     

    Venerdì 28 settembre 2001
    E sul mercato dell'auto sfuma il 35% degli ordini

    TORINO - Gli avvenimenti internazionali, con i relativi venti di guerra, non potevano non penalizzare il mercato dell'auto. Secondo il Centro studi Promotor, infatti, nella settimana degli attentati e in quella successiva si è registrato un calo di ordini del 35% nei concessionari auto. Mentre Roberto Testore, amministratore delegato di Fiat Auto, nei giorni scorsi ha ipotizzato che, a settembre, il mercato europeo possa chiudersi con una diminuzione tra il 5 e l'8 per cento. Ovviamente gli effetti della contrazione degli ordini si vedranno soprattutto a partire dai prossimi mesi, poiché quasi tutte le vetture consegnate a settembre erano state ordinate prima degli attentati. Questo non significa che il mercato italiano debba prepararsi a fronteggiare flessioni della domanda in linea con il calo degli ordini registrato nelle prime due settimane dopo l'attacco. Già la settimana in corso - ammette Gian Primo Quagliano, responsabile del Centro studi Promotor - ha visto un deciso miglioramento della situazione. Anche negli Usa si è passati da un calo del mercato del 40% a una flessione del 16%, in ulteriore riduzione. È comunque difficile ipotizzare di quanto si possa ridurre il mercato italiano rispetto ai 2,4 milioni di immatricolazioni previste. Sia perché l'andamento della prima parte dell'anno è stato positivo sia perché esiste ancora un consistente portafoglio ordini da smaltire. E anche la flessione di ordini registrata nelle due settimane "calde" potrebbe trasformarsi in un semplice slittamento nel tempo. Il problema è che non esistono certezze. Perché in questa fase la flessione del mercato è da imputare a questioni psicologiche, ma occorre attendere per capire se, nella fase successiva, si arriverà a un calo della domanda legato alle conseguenze negative sull'economia che già in precedenza non attraversava un periodo brillante. L'auto potrebbe pagare non solo i costi dei danni materiali degli attentati, ma anche gli effetti dei licenziamenti e i timori relativi alla conservazione del posto del lavoro. TORINO - Gli avvenimenti internazionali, con i relativi venti di guerra, non potevano non penalizzare il mercato dell'auto. Secondo il Centro studi Promotor, infatti, nella settimana degli attentati e in quella successiva si è registrato un calo di ordini del 35% nei concessionari auto. Mentre Roberto Testore, amministratore delegato di Fiat Auto, nei giorni scorsi ha ipotizzato che, a settembre, il mercato europeo possa chiudersi con una diminuzione tra il 5 e l'8 per cento. Ovviamente gli effetti della contrazione degli ordini si vedranno soprattutto a partire dai prossimi mesi, poiché quasi tutte le vetture consegnate a settembre erano state ordinate prima degli attentati. Questo non significa che il mercato italiano debba prepararsi a fronteggiare flessioni della domanda in linea con il calo degli ordini registrato nelle prime due settimane dopo l'attacco. Già la settimana in corso - ammette Gian Primo Quagliano, responsabile del Centro studi Promotor - ha visto un deciso miglioramento della situazione. Anche negli Usa si è passati da un calo del mercato del 40% a una flessione del 16%, in ulteriore riduzione. È comunque difficile ipotizzare di quanto si possa ridurre il mercato italiano rispetto ai 2,4 milioni di immatricolazioni previste. Sia perché l'andamento della prima parte dell'anno è stato positivo sia perché esiste ancora un consistente portafoglio ordini da smaltire. E anche la flessione di ordini registrata nelle due settimane "calde" potrebbe trasformarsi in un semplice slittamento nel tempo. Il problema è che non esistono certezze. Perché in questa fase la flessione del mercato è da imputare a questioni psicologiche, ma occorre attendere per capire se, nella fase successiva, si arriverà a un calo della domanda legato alle conseguenze negative sull'economia che già in precedenza non attraversava un periodo brillante. L'auto potrebbe pagare non solo i costi dei danni materiali degli attentati, ma anche gli effetti dei licenziamenti e i timori relativi alla conservazione del posto del lavoro.

    Augusto Grandi


    Estratto da: Apri in una nuova finestra il sito della fonte: Il Sole 24 Ore
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