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  • Pubblicata in data 06/10/2003 Patente dei dubbi

    Patente dei dubbi
    Ha già più di due mesi la versione definitiva del nuovo Codice della strada, ma non tutti gli interrogativi e le «incongruenze» sono state irrisolte.
    In particolare per quanto riguarda la sottrazione di punti quando il trasgressore non viene fermato subito oppure quando si utilizza il cellulare.
    Trasgressore non identificato.
    Oggi, il proprietario che riceve a casa un verbale per un'infrazione con perdita di punti deve indicare chi era alla guida al momento della violazione, altrimenti i punti li perde lui.
    Un principio che però presenta qualche scappatoia: ad esempio se il veicolo è intestato a un'azienda o a un ente, la nuova norma consente di non indicare il trasgressore, ma in questo caso impone di pagare una sanzione supplementare di 343,35 euro (che il dipendente può rimborsare all'azienda salvando così la propria dote di punti).
    Anche intestare l'auto al figlio minore (e senza patente da cui scalare punti) o dichiarare che alla guida, al momento della trasgressione, c'era un altro possono rappresentare una via d'uscita: bisogna vedere quanto può essere d'accordo la persona accusata (cui eventualmente toccherà l'onere del ricorso).
    Cellulare in auto.
    Qualche dubbio anche per l'utilizzo del cellulare: non tutti forse sanno che si rischia di essere multati anche quando si compone un numero mentre si guida, così come quando si preme il tasto di risposta (però in questo caso solo se l'apparecchio non è ben fissato nella vettura).
    Per essere più tranquilli forse varrebbe la pena di vedere se non conviene dotarsi di una seconda Sim card da inserire nel telefono di bordo.

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    Scappatoie per salvare punti
    Si sono scomodati persino noti giuristi e l'Automobile club d'Italia (Aci): l'emendamento che obbliga i proprietari di veicoli alla "delazione", introdotto con la miniriforma estiva del Codice della strada, secondo molti è incostituzionale.
    La norma è in vigore dal 13 agosto e stabilisce un principio mai visto finora: il proprietario che riceve a casa un verbale per un'infrazione che comporta la perdita di punti dalla patente deve indicare chi era alla guida al momento della violazione, altrimenti i punti li perde lui. Inesorabilmente.
    Tutt'altra musica rispetto alle norme consuete che si continuano ad applicare per la sospensione della patente: in questo caso di fatto è possibile cavarsela dichiarando di non ricordare (si veda anche Il Sole 24-Ore del lunedì del 22 settembre).
    Le scappatoie. Le nuove regole avranno anche conseguenze bizzarre: gli italiani escogiteranno tutte le possibili scappatoie.
    Che sono quattro e, in certi casi, potrebbero mettere nei guai più di qualcuno.
    Incolpare il nonno.
    È un vecchio trucco: dichiarare che il trasgressore è un anziano che non guida più ma ha ancora la patente.
    Qualcuno però esagera e si fa scoprire.
    Come il giovane marchigiano che in agosto è stato colto a quasi 200 all'ora in moto e ha dichiarato che a guidare era suo nonno: un exploit incredibile per un 92enne.
    E infatti la polizia non ci ha creduto, denunciando penalmente il giovane.
    Intestare l'auto a un bambino.
    La vera novità sta nello "sfruttare" i bambini.
    Le nuove norme fanno perdere i punti al proprietario se non si riesce a identificare il conducente: se il proprietario non ha la patente, non gli si può far perdere un bel niente. Ma è possibile intestare un veicolo a un minorenne? Possibilissimo: provate a prospettare la cosa a un ufficio del Pra (il Pubblico registro automobilistico gestito dall'Aci, che ha la competenza a effettuare le intestazioni) e non faranno una piega.
    Qualche studioso sostiene che invece ci vorrebbe l'autorizzazione del giudice tutelare, ma la prassi quotidiana seguita dal Pra è molto meno restrittiva: basta che il bambino abbia il codice fiscale.
    Denunciare gli "antipatici".
    Qualcuno potrebbe indicare come trasgressore un'altra persona incolpevole e inconsapevole.
    La tentazione è forte, soprattutto se il proprietario del veicolo nutre antipatia verso il trasgressore "designato".
    Così quest'ultimo, a distanza di mesi e mesi dall'infrazione (si può anche arrivare a oltre un anno) riceverà a casa una lettera con cui il Dtt (la ex Motorizzazione) gli comunicherà di avergli tolto i punti relativi all'infrazione.
    A quel punto, sarà necessario presentare ricorso e dimostrare (si spera che basti solo qualche testimone) la propria estraneità ai fatti.
    L'inconveniente potrà essere superato se le forze dell'ordine accetteranno solo segnalazioni corredate dal numero di patente del trasgressore.
    Ma a quel punto sorgerà un nuovo problema: chi indicherà l'effettivo responsabile dell'infrazione ma dimenticherà o non potrà fornire il numero rischierà di perdere lui i punti.
    Sarebbe bene che il ministero dell'Interno chiarisse come ci si dovrà comportare in questi casi. Pagare altri 343,35 euro.
    Quando il veicolo è intestato a un'azienda o a un ente, la nuova norma consente di non indicare il trasgressore, ma in questo caso impone di pagare un'ulteriore multa di 343,35 euro.
    Costoso, ma efficace.
    Per la disperazione del signor Rossi, che non ha l'auto aziendale e risponde di tutto ciò che si fa con la vettura a lui intestata.
    Sergio Matteuzzi

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    Chiarezza sui cellulari
    Ser.Ma.
    Il raddoppio della multa (da 33,60 a 68,25 euro) e la sottrazione di cinque punti dalla patente hanno indotto gli italiani a pensarci su prima di usare il telefonino mentre guidano.
    Ma quando precisamente si rischia di essere multati? Cerchiamo di chiarirlo rispondendo alle tre domande più frequenti.
    1. Si può guidare mentre si parla usando l'auricolare? Sì: è consentito dal luglio 2002, in alternativa al vivavoce (decreto legge 121/2002, convertito nella legge 168/2002, che ha modificato anche l'articolo 173 del Codice della strada).
    2. Si può essere multati se si compone un numero telefonico mentre si guida? Sì, esattamente come se si stesse parlando: l'articolo 173 consente di usare un telefonino con vivavoce o auricolare a patto che il funzionamento dell'apparecchio non richieda l'uso della mani.
    Per questo, chi non ha un telefonino con comandi vocali e vuole comporre un numero deve fermarsi.
    3. È consentito premere il tasto di risposta quando si riceve una chiamata? Occorre distinguere: se il telefono non è ben fissato alla plancia o comunque ad altre parti dell'abitacolo, rispondere a una chiamata comporta una vera e propria ricerca e quindi impone l'uso delle mani, per cui si ricade nel caso della domanda precedente.
    Se invece l'apparecchio è fissato a un supporto, è integrato nella plancia o è ben incastrato in un vano portaoggetti, si può ritenere che il suo tasto di risposta sia assimilabile ad altri comandi della vettura e quindi che il suo uso in movimento sia lecito.

    Ma non bisogna distrarsi nemmeno in questo caso: il conducente ha sempre l'obbligo di conservare il pieno controllo del veicolo, pena una multa di 33,60 euro (articolo 141, comma 2 del Codice, che non prevede alcuna sottrazione di punti).

    Quest'ultimo concetto vale anche per l'autoradio e i comandi della vettura. Estratto da: Apri in una nuova finestra il sito della fonte: Il Sole 24 Ore
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