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  • Pubblicata in data 30/07/2001 Limiti di velocità, la ricetta Lunardi "In autostrada fino a 160 all'ora"

    Limiti di velocità, la ricetta Lunardi

    Venerdì 27 luglio 2001
    Pagina 21

    Limiti di velocità, la ricetta Lunardi
    "In autostrada fino a 160 all'ora"

    La proposta del ministro: nuovi limiti per garantire maggiore fluidità. Ed è subito polemica

    ENZO CIRILLO


    ROMA - Centosessanta chilometri orari, nuovo limite di velocità sulle autostrade. L'affondo sull'acceleratore del ministro per le infrastrutture Pietro Lunardi non piace. E a bocciare quella che viene considerata una provocazione sono tanti; ambientalisti, associazioni dei consumatori, parlamentari di diverso orientamento politico e le organizzazioni sindacali degli ex agenti della polizia stradale.
    Il ministro difende la propria proposta: «Mi riservo di spiegare più dettagliatamente e in maniera organica portata ed effetti di una proposta utile e migliorare, ai fini della sicurezza, la viabilità sulle autostrade.... È inutile fare leggi che poi nessuno rispetta. Il tetto dei 150-160 orari, limite che potrebbe anche essere abbassato, serve a garantire maggiore fluidità sulle strade più congestionate dove dovremmo anche prevedere multe salate per chi viaggia a sinistra creando ingorghi». Per il ministro l'aumento della velocità non equivale a quello degli incidenti.
    La proposta lascia perplesse le organizzazioni dei consumatori e degli ambientalisti. E mentre l'ex ministro dei Lavori Pubblici Enrico Ferri, padre del limite storico dei 110 orari adottato nel 1988 punta ad un ripensamento di Lunardi, le associazioni dei consumatori sparano a zero. «Elevare i limiti a 160? E allora perché non abolirli del tutto?». E' questo il commento di Primo Mastrantoni, presidente dell'associazione di consumatori Aduc. «Il ministro ha preso atto dell'incapacità dello Stato di far rispettare le leggi. I limiti di velocità sono superati perché non ci sono controlli. Negli Stati Uniti i limiti sono fatti rispettare rigorosamente».
    «Siamo contrari», dice il presidente dell'Asaps (Associazione Amici Polizia Stradale, che fa parte anche della consulta nazionale sulla sicurezza) Giordano Biserni. «Ragionare così in un paese che non è mai riuscito a fare rispettare il limite dei 130 è preoccupante».
    Senza appello la condanna dei Verdi. La proposta di Lunardi - dice l'ex ministro Alfonso Pecoraro Scanio - o è frutto di un colpo di sole o è l'ennesima prova dell'incapacità di governo della Casa delle libertà». Stessi toni da parte di Codacons - «Le affermazioni di Lunardi dimostrano scarso senso civico» - che annuncia un ricorso al Tar e una denuncia per concorso in strage, omicidio e lesioni gravi. E Legambiente e Wwf: «Una scelta contraria agli impegni di Kyoto per il contenimento delle emissioni».
    Una mano al ministro arriva dalla Formula uno. Jarno Trulli, il pilota abruzzese della Jordan commenta: «Ho la sensazione che molti incidenti siano provocati non tanto da chi viola il limite massimo, ma da chi non rispetta il limite minimo. Andare a 80 all'ora in autostrada è un suicidio come andare a 200. In più c'è molta gente che non ha capito come vanno usate le corsie. Servirebbe un test di guida in autostrada all'esame per la patente». La preparazione dei guidatori è prioritaria anche per Giancarlo Fisichella. «C'è troppa gente che guida ubriaca, che non guarda negli specchietti, che non si riposa quando è stanca. Quello che in autostrada va a 70 all'ora farebbe meglio a scegliere le strade statali».
    E ancora il sottosegretario all'interno Carlo Taormina: «La proposta di Lunardi non è solo condivisibile, ma anche in linea con esigenza di sicurezza stradale. Il limite dei 110 km orari è ridicolo nel quadro dell'ampliamento delle autostrade italiane ed è il più violato dagli italiani. Bisogna battersi per l'imposizione del divieto, per tutte le case automobilistiche, di costruire auto che superino i 110 km/h, laddove non si intenda ipocritamente modificare l'attuale».


    Estratto da: Apri in una nuova finestra il sito della fonte: La Repubblica
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